Negli ultimi anni, il settore degli affitti brevi ha subito numerosi cambiamenti normativi, fiscali e amministrativi, influenzando sia i proprietari di immobili che gli affittuari. Le nuove regole introdotte hanno l’obiettivo di bilanciare le esigenze dei turisti, dei proprietari e delle comunità locali, spesso impattate da un aumento della domanda di alloggi temporanei. Ma quali sono le novità più importanti per chi opera in questo settore? In questo articolo approfondiremo i recenti aggiornamenti normativi e fiscali, offrendo una panoramica chiara e completa per chi è interessato a questo mercato.
Cos’è cambiato per gli affitti brevi?
Il mercato degli affitti brevi, conosciuto anche come locazioni turistiche o temporanee, si riferisce alla possibilità di affittare un immobile per periodi inferiori ai 30 giorni. Negli ultimi anni, l’aumento delle piattaforme come Airbnb e Booking ha favorito una crescita esponenziale di questa modalità, portando però anche alcune criticità legate alla regolamentazione e al controllo.
Le novità principali riguardano i seguenti aspetti:
- Nuove normative locali e nazionali.
- Obblighi fiscali più stringenti.
- Limitazioni sul numero di giorni affittabili.
- Maggiore trasparenza per combattere l’evasione fiscale.
Vediamo nel dettaglio come queste modifiche stanno influenzando il settore.
Le nuove normative sugli affitti brevi: cosa prevede la legge?
Tra le principali novità normative, vi è l’introduzione di nuove regole volte a regolamentare meglio il settore degli affitti brevi, spesso considerato poco strutturato e difficile da controllare.
1. Registrazione obbligatoria degli immobili
Una delle misure più significative è l’obbligo di registrare il proprio immobile presso un apposito registro regionale o comunale. Questo provvedimento è stato adottato per garantire maggiore trasparenza e consentire un monitoraggio più efficace degli immobili destinati agli affitti brevi.
Ogni immobile riceverà un codice identificativo unico (CIU) che dovrà essere obbligatoriamente inserito negli annunci pubblicati sulle piattaforme online. L’obiettivo è quello di evitare abusivismi e facilitare i controlli da parte delle autorità competenti.
2. Limitazioni sul numero di giorni
In alcune città ad alta densità turistica, come Roma, Milano o Firenze, sono state introdotte restrizioni sul numero massimo di giorni in cui un immobile può essere affittato. Ad esempio, in alcune località non è possibile superare i 120 giorni annui per evitare che gli affitti brevi sottraggano troppi alloggi al mercato residenziale.
3. Licenze obbligatorie
In alcune regioni, per affittare un immobile con modalità breve, potrebbe essere necessario richiedere una licenza specifica, simile a quelle richieste per le attività ricettive tradizionali. Questo rappresenta un cambiamento importante per i proprietari, che dovranno tenere conto di costi e tempi burocratici aggiuntivi.
Affitti brevi e fisco: nuove regole per il 2025
Un’altra area in cui si registrano importanti novità è quella fiscale. Gli affitti brevi, da sempre nel mirino del fisco, sono stati oggetto di nuove normative per combattere l’evasione e garantire una corretta contribuzione.

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1. Ritenuta d’acconto del 21%
La cedolare secca al 21%, già in vigore da diversi anni, continua a rappresentare una delle modalità fiscali più vantaggiose per i proprietari. Tuttavia, è stato rafforzato il controllo sulle piattaforme online, che saranno tenute a trattenere direttamente la ritenuta d’acconto sui compensi percepiti dai locatori e a versarla all’Agenzia delle Entrate.
2. Comunicazione dei redditi
Le piattaforme come Airbnb e Booking sono ora obbligate a comunicare annualmente all’Agenzia delle Entrate i dati relativi ai redditi generati dagli affitti brevi. Questa misura punta a garantire una maggiore trasparenza fiscale e a combattere eventuali fenomeni di evasione.
3. IVA sugli affitti brevi
Per alcune tipologie di locazione breve, potrebbe essere applicata l’IVA. In particolare, questa misura riguarda i proprietari che gestiscono più immobili con finalità turistiche e che quindi potrebbero essere considerati alla stregua di operatori economici.
L’impatto delle nuove regole sugli operatori del settore
Le nuove normative sugli affitti brevi hanno un impatto diretto non solo sui proprietari, ma anche sulle piattaforme digitali e sulle città stesse. Da un lato, i proprietari devono fare i conti con maggiori adempimenti burocratici e fiscali; dall’altro, le città possono gestire meglio il fenomeno del sovraffollamento turistico, evitando l’impoverimento del mercato abitativo a lungo termine.
Per i piccoli proprietari, le novità potrebbero rappresentare un disincentivo, aumentando i costi e le complessità amministrative. Al contrario, per gli operatori professionali, le nuove regole potrebbero offrire un’opportunità di distinguersi in un mercato più regolamentato e competitivo.
Le città più colpite dalle nuove normative sugli affitti brevi
Non tutte le città sono state colpite allo stesso modo dalle novità sugli affitti brevi. Le località turistiche, in particolare, hanno adottato misure più rigide per gestire l’impatto del turismo di massa. Ecco alcuni esempi:
- Firenze: restrizioni severe sul numero di giorni affittabili nel centro storico.
- Venezia: obbligo di licenza per gli affitti brevi nel centro città.
- Roma: introduzione di un codice identificativo obbligatorio per ogni immobile.
Queste misure mirano a preservare il tessuto urbano e a tutelare i residenti, spesso penalizzati dall’aumento dei prezzi degli affitti a lungo termine.
Affitti brevi e sostenibilità: un equilibrio da raggiungere
Un tema sempre più discusso in relazione agli affitti brevi è quello della sostenibilità. Da un lato, questa formula offre ai turisti un’alternativa flessibile e spesso più economica rispetto agli hotel. Dall’altro, però, rischia di aggravare problemi come il sovraffollamento turistico e lo spopolamento dei centri storici.
Le nuove normative, se applicate correttamente, potrebbero rappresentare un passo avanti verso un modello più equilibrato e sostenibile, capace di conciliare le esigenze di tutte le parti coinvolte.
Le novità sugli affitti brevi introdotte nel 2025 rappresentano un cambiamento significativo per il settore. Sebbene possano comportare maggiori obblighi e costi per i proprietari, queste misure hanno l’obiettivo di creare un mercato più trasparente, regolamentato e sostenibile. Se sei un proprietario interessato a questo tipo di locazione, è fondamentale restare aggiornato sulle normative locali e nazionali e valutare attentamente l’impatto delle nuove regole sulla tua attività.
Per ulteriori informazioni e dettagli su come gestire al meglio i tuoi affitti brevi, ti consigliamo di consultare le linee guida ufficiali dell’Agenzia delle Entrate o di affidarti a un professionista del settore.
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