Calcolo IMU

Dichiarazione IMU

L’IMU, acronimo di Imposta Municipale Unica, è un’imposta locale che si applica ai possessori di immobili situati sul territorio di un comune italiano.

La dichiarazione IMU, deve essere presentata dai contribuenti che possiedono immobili soggetti a tale imposta entro il 30 giugno di ogni anno. La dichiarazione può essere presentata online, tramite il sito web del comune di riferimento, oppure in forma cartacea, recandosi direttamente presso gli uffici comunali.

Nella dichiarazione IMU, il contribuente deve indicare tutti gli immobili di cui è proprietario o possessore, nonché la loro destinazione d’uso. In base alle caratteristiche dell’immobile e alla sua destinazione d’uso, verranno poi calcolate le aliquote e le eventuali detrazioni previste dalla normativa in materia.

E’ importante ricordare che la mancata presentazione della dichiarazione IMU entro i termini previsti può comportare l’applicazione di sanzioni e interessi moratori da parte dell’Amministrazione comunale.

 

Come calcolare l’IMU

Il calcolo dell’IMU dipende da diversi fattori, come ad esempio la tipologia di immobile, la sua destinazione d’uso, la superficie e il valore dell’immobile stesso.

In generale, l’IMU si calcola moltiplicando il valore dell’immobile (determinato sulla base della rendita catastale) per una percentuale variabile a seconda della destinazione d’uso dell’immobile, e poi applicando delle eventuali detrazioni o esenzioni previste dalla legge.

Per calcolare l’IMU è possibile seguire i seguenti passaggi:

  1. Verificare la categoria catastale dell’immobile e la sua rendita catastale, consultando l’atto di acquisto o la visura catastale dell’immobile.
  2. Verificare la destinazione d’uso dell’immobile, che può essere ad uso abitativo, ad uso produttivo, ad uso commerciale o altro.
  3. Verificare l’aliquota IMU prevista dal Comune in cui si trova l’immobile, che può variare dallo 0,2% al 0,8% a seconda della destinazione d’uso dell’immobile.
  4. Calcolare l’importo dell’IMU moltiplicando la rendita catastale dell’immobile per l’aliquota IMU prevista dal Comune, e poi applicando eventuali detrazioni o esenzioni previste dalla legge.

È importante sottolineare che il calcolo dell’IMU può essere più complesso in caso di immobili con destinazioni d’uso particolari o in caso di immobili soggetti a particolari agevolazioni o detrazioni fiscali. Per questo motivo, è consigliabile rivolgersi ad un professionista del settore o utilizzare i servizi online messi a disposizione dallo Stato o dal Comune di appartenenza per il calcolo dell’IMU.

 

Versamento IMU

Gli importi dell’IMU devono essere versati in due rate annuali.

Le scadenze, in genere, sono le seguenti:

  • la prima rata dell’IMU deve essere pagata entro il 16 giugno;
  • la seconda rata deve essere versata entro il 16 dicembre.

Per quanto riguarda le modalità di pagamento dell’IMU, è possibile effettuare il versamento utilizzando il bollettino postale predisposto dal Comune o tramite modello F24.

È importante ricordare che il mancato pagamento dell’IMU nei termini previsti comporta l’applicazione di interessi di mora e sanzioni previste dalla legge.

 

Sanzioni mancato pagamento IMU

Le sanzioni per il mancato pagamento dell’IMU variano a seconda della gravità dell’infrazione e del ritardo accumulato nel pagamento dell’imposta.

In generale, il mancato pagamento dell’IMU comporta l’applicazione di sanzioni e interessi di mora, che vengono calcolati sul debito maturato dalla data di scadenza del pagamento fino alla data effettiva di regolarizzazione della situazione debitoria.

In caso di mancato pagamento dell’IMU nei termini previsti, l’Amministrazione Comunale può emettere un avviso di accertamento che contiene l’importo dell’imposta dovuta, gli interessi di mora e le eventuali sanzioni previste dalla legge.

 

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Come calcolare IRPEF e versamenti

Quanti di noi ogni anno dovendo fare i conti con la dichiarazione dei redditi si chiedono su cosa si basa il calcolo dell’IRPEF. Difatti, penso che molti vorrebbero sapere quale e quanta parte del loro reddito viene tassata. Per questo ho deciso di scrivere un articolo dedicato a questo argomento.

 

Cos’è l’IRPEF

L’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) è un’imposta diretta, personale e progressiva per scaglioni ai sensi dell’articolo 53 della Costituzione. Ciò significa che l’aliquota da applicare al reddito non è unica ma varia in base alla quantità di reddito prodotto.

Pertanto, sia le aliquote che gli scaglioni nel corso degli anni possono subire delle variazioni.

Prima di tutto iniziamo a visualizzare quali sono gli scaglioni e le aliquote IRPEF per l’anno d’imposta 2022:

  • € (da 0 a 15.000,00) 23%;
  • € (da 15.001,00 a 28.000,00) 25%;
  • € (da 28.001,00 a 50.000,00 )35%;
  • € (oltre 50.000,00 ) 43%.

 

Importo Tassato ai fini IRPEF

Difatti, il totale tassato è l’importo netto dell’IRPEF, ma per determinare qual’è questo importo è necessario applicare all’importo lordo (che corrisponde al reddito complessivo annuo percepito) delle rettifiche in diminuzione quali:

  • il totale dei contributi INPS a carico del lavoratore (pari al 9,19 % del reddito percepito per i lavoratori dipendenti);
  • crediti d’imposta maturati;
  • le perdite (riferite alle sole perdite di lavoro autonomo e d’impresa in contabilità semplificata);
  • le deduzioni varie (ad esempio la deduzione per rendita catastale dell’abitazione principale e l’assegno del coniuge separato pagato direttamente dal datore di lavoro); ricordo che la deduzione per abitazione principale si applica esclusivamente alla tipologia di abitazione dichiarata come “prima casa” che in quanto non soggetta ad IMU va ad aggiungersi alla formazione del reddito complessivo IRPEF.

 

Imposta netta IRPEF

Successivamente, applicate le rettifiche e le aliquote del caso si ottiene l’imposta netta. All’imposta netta vanno aggiunte le addizionali comunali e regionali e poi applicate ulteriori rettifiche in diminuzione quali detrazioni:

– per il reddito da lavoro dipendente;

– per il numero di famigliari a carico;

– quelle previste dal TUIR (ad esempio per spese sanitarie, per ristrutturazioni edilizie, per risparmio energetico, per interessi sui mutui ipotecari, per mobili ed elettrodomestici, per sisma bonus  e altre che variano di anno in anno).

In particolare, le detrazioni per il reddito di lavoro dipendente e quelle per famigliari a carico incidono direttamente sulla busta paga mensile dei lavoratori.

Le altre detrazioni, invece, dovranno essere indicate nella dichiarazione dei redditi presentata annualmente (730 o Reddito Persone fisiche). Se risulta un IRPEF a credito questa verrà corrisposta:

– direttamente nella busta paga del dipendente (se si tratta di lavoratore dipendente);

–  come rimborso;

– utilizzata in compensazione dell’IRPEF dovuta per l’anno successivo o compensata con le altre imposte e contributi a partire dall’anno d’imposta successivo.

 

NO tax area

Attenzione, c’è una soglia, però, al di sotto della quale non si applica la tassazione IRPEF. Nello specifico, quest’area viene chiamata “no tax area” e per l’anno 2022 è pari ad euro 8.174,00 (per i lavoratori dipendenti), euro 8.500,00 (per i pensionati) ed euro 5.500 (per i lavoratori autonomi).

 

Esempio determinazione IRPEF

Per esempio, supponiamo di percepire, per l’anno 2022, un reddito imponibile annuo di lavoro dipendente pari ad euro 40.000,00. Tale reddito rientra quindi nel terzo scaglione di reddito.

Per determinare l’IRPEF lorda si dovranno effettuare i seguenti calcoli:

  •  15.000,00 * 23% = 3.450,00
  • (28.000,00 – 15.000,00) * 25% = 3.250,00
  • (40.000,00 – 28.000,00) * 35% = 4.200,00

Quindi l’IRPEF lorda 2022 dovuta sarà pari a euro 3.450,00 + euro 3.250,00 + 4.200,00 = euro 10.900,00.

Infine, ricordiamo che all’IRPEF lorda così ottenuta vanno poi aggiunte le addizionali comunali e regionali. Tali addizionali variano in base alla regione e al comune di residenza fiscale del contribuente.

 

Qual’è il presupposto per applicazione dell’IRPEF?

Presupposto per l’applicazione dell’IRPEF è il possesso di redditi in denaro o in natura e che il reddito prodotto ricada in una delle seguenti categorie di redditi:

– fondiari;

– di capitale;

– di lavoro autonomo;

– di impresa;

– da lavoro dipendente;

– diversi.

 

Chi sono i soggetti passivi IRPEF?

Soggetti passivi IRPEF sono esclusivamente le persone fisiche, le quali in base alla loro residenza fiscale, vengono tassati in modo differente. Si possono avere, infatti, diversi tipi di residenti quali:

– residenti fiscali nel territorio dello Stato che vengono tassati in base al principio della tassazione mondiale ( il loro reddito complessivo è composto da ogni reddito di cui risultano titolari indipendentemente che sia prodotto o meno in Italia);

– non residenti fiscalmente in Italia che vengono tassati in Italia secondo il principio della tassazione territoriale (il loro reddito complessivo è composto dai redditi prodotti in Italia).

 

Quali sono i redditi esclusi dalla base imponibile IRPEF?

Alcuni redditi sono esclusi dal computo della base imponibile IRPEF quali quelli:

– esenti dall’imposta;

– soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta, ad imposta sostitutiva, a tassazione separata:

– riferiti ad assegni periodici destinati al mantenimento dei figli;

– riferiti ad assegni famigliari e simili.

 

Come effettuare i versamenti IRPEF?

Il versamento dell’imposta ai fini IRPEF è effettuato tramite modello F24.

Per l’anno 2022 la scadenza ordinaria del saldo e del primo acconto è stata il 30 giugno, mentre quella straordinaria entro 30 giorni dalla scadenza ordinaria (pagando una maggiorazione del 0,40%) è stata il 31 luglio 2022.

La scadenza del secondo acconto sarà il 30 novembre 2022.

Se il giorno di scadenza cade di sabato o in un giorno festivo, la scadenza si considera prorogata in automatico al primo giorno lavorativo successivo.

L’articolo 3-quater del decreto legislativo 16/2012 ha stabilito che le scadenze del versamento che cadono dal primo al 20 agosto sono posticipate al 20 agosto senza applicazione di maggiorazioni o interessi aggiuntivi.

Il contribuente può decidere di versare il saldo ed il primo acconto in un’unica soluzione o in modo rateizzato. Mentre, il secondo acconto va versato sempre in un’unica soluzione.

 

Sanzioni IRPEF

Vediamo quali sono le Sanzioni e gli interessi applicati.

Nel caso in cui si decida di versare l’imposta IRPEF ratealmente, sono dovuti interessi al tasso previsto dalla normativa vigente, a partire dalle rate successive alla prima.

Se non viene effettuato il versamento delle imposta o se questo viene effettuato in modo insufficiente o tardivo rispetto alla scadenza stabilita, oltre all’imposta dovranno essere versati anche gli interessi legali e le sanzioni.

 

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