Come gestire le tasse se sei un creator o un professionista digitale

Nel 2025 lavorare online non è più una novità: è una vera e propria professione.
YouTuber, TikToker, streamer su Twitch, influencer, fotografi digitali, consulenti online, copywriter, social media manager, professionisti del digitale… tutti generano redditi che devono essere gestiti correttamente dal punto di vista fiscale.

Eppure, la maggior parte dei creator non ha ancora un quadro chiaro di cosa deve fare quando iniziano ad arrivare entrate dalle piattaforme o dai brand.
Ed è proprio questa mancanza di chiarezza che porta a errori che possono costare caro negli anni successivi.

In questa guida completa analizziamo in modo semplice, chiaro e dettagliato tutto ciò che un creator deve sapere sulle tasse, su come dichiarare i compensi e su come scegliere il regime fiscale corretto.
L’obiettivo è darti una base solida per lavorare serenamente, evitare sanzioni e — cosa fondamentale — pagare il giusto, senza spendere più del necessario.

Chi è considerato “Creator” dal punto di vista fiscale?

Molti creator credono che serva essere “grandi” o avere migliaia di follower per essere considerati professionisti. In realtà, la legge guarda al tipo di attività, non alla popolarità.

Rientrano nella categoria dei “professionisti digitali” tutte le persone che guadagnano tramite:

  • YouTube (AdSense)

  • TikTok Creator Fund e partnership

  • Twitch (abbonamenti, donazioni, revenue)

  • Instagram (collaborazioni con brand)

  • Patreon, Ko-fi, OnlyFans

  • Sponsorizzazioni e product placement

  • Programmi di affiliazione (Amazon, Awin, ecc.)

  • Vendita di corsi o prodotti digitali

  • Servizi di consulenza da remoto

  • Vendita di contenuti premium

  • Merchandising e print-on-demand

  • Marketplace digitali

Se svolgi una di queste attività, stai già esercitando un’attività abituale e devi gestire i relativi redditi in modo conforme alla legge italiana.

Devi aprire la Partita IVA se guadagni online?

È probabilmente la domanda più comune.
La risposta è meno complicata di quanto sembri:

Sì, devi aprire Partita IVA se svolgi in modo continuativo un’attività che produce reddito, anche se le cifre iniziali non sono elevate.

La motivazione è semplice: le piattaforme pagano a cadenza regolare.
YouTube paga ogni mese.
Un brand può commissionarti più collaborazioni.
Twitch versa revenue ricorrenti.

Questo rientra nella definizione di “abitualità”.

Il mito dei 5.000 €

Molti pensano che si possa usare la prestazione occasionale fino a 5.000 €.
Non è corretto.

  • Il limite dei 5.000 € riguarda solo i contributi INPS, non la necessità o meno di aprire Partita IVA.

  • Se fai più prestazioni e hai continuità → occasionali non sono.

Se la tua attività è ripetitiva e continuativa, la P.IVA è obbligatoria, indipendentemente dalla cifra.

Qual è il regime fiscale migliore per un creator?

Per la maggior parte dei creator e professionisti digitali, la scelta più conveniente è:

Regime Forfettario

Consulenza fiscale per Creator e Professionisti Digitali

Hai iniziato a guadagnare online con i social, con collaborazioni o attività digitali? Da Studio Beringheli puoi ricevere una consulenza completa su contabilità, regimi fiscali e gestione delle imposte legate ai tuoi guadagni online.

Ti aiutiamo a capire come dichiarare i redditi, quale regime conviene e come evitare errori fiscali che potrebbero costarti caro. Contattaci per una consulenza personalizzata, anche online.

*Servizio a pagamento, via email o videochiamata. Nessun vincolo.

Ecco perché:

✔ Tasse bassissime

  • 5% per i primi 5 anni (se rispetti i requisiti)

  • 15% dopo il quinquennio

✔ Gestione semplificata

  • niente IVA

  • niente registri complicati

  • niente studi di settore o ISA

✔ Costi ridotti

Perfetto per chi lavora online, soprattutto all’inizio.

✔ Ideale per chi ha entrate variabili

Il digitale non ha ricavi lineari: il forfettario è perfetto per redditi fluttuanti.

Come si tassano i redditi di un creator?

La tassazione dipende dalla sorgente del pagamento. Ecco i casi principali:

1. Redditi da piattaforme (YouTube, TikTok, Twitch, Patreon)

Sono considerati redditi di lavoro autonomo.
Devono passare attraverso la Partita IVA e vanno dichiarati in Italia.

2. Collaborazioni e sponsorizzazioni

Stessa categoria: redditi professionali.

3. Vendita di prodotti digitali

Dipende dal tipo:

  • corsi online → prestazione di servizi

  • e-book → cessione di beni digitali

  • consulenze → servizio professionale

4. Compensi dall’estero

Questo punto spaventa molti creator, ma è più semplice del previsto.

Se risiedi fiscalmente in Italia, dichiari tutto in Italia, anche se ti paga una società americana, inglese o di Dubai.

Quello che cambia è la documentazione, non le tasse.

Quanto paghi di tasse davvero?

Nel regime forfettario la base imponibile è data da:

👉 Ricavi x coefficiente di redditività

Il coefficiente per creator e attività digitali è solitamente 67%.

Esempio reale:

Ricavi annuali: 30.000 €
Redditività: 67%
Reddito imponibile: 20.100 €

Se il tuo coefficiente è del 5% (primi 5 anni), paghi:

👉 20.100 € × 5% = 1.005 € di imposta

A cui si aggiungono i contributi INPS (gestione separata o gestione artigiani/professionisti, a seconda dei casi).

Errori comuni che i creator commettono (e come evitarli)

 

1. Usare per anni la prestazione occasionale

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È il modo più semplice per attirare un controllo.

2. Aprire una Partita IVA sbagliata

Codice ATECO non coerente = problemi futuri.

3. Non dichiarare redditi esteri

AdSense e Twitch sono esteri → vanno gestiti correttamente.

4. Non tenere traccia delle spese deducibili

Dal 2025 i creator hanno molte più spese riconosciute: non sprecarle.

5. Sottovalutare i contributi INPS

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Spesso il peso maggiore non è l’imposta, ma i contributi.

Quali spese può scaricare un creator?

Nel forfettario non esistono “spese deducibili” in senso classico, perché la redditività è forfettaria.

Perché i creator hanno bisogno di un commercialista specializzato?

Fare fiscalità per creator non è come fare fiscalità normale.

Richiede competenze specifiche:

  • conoscenza delle piattaforme

  • gestione dei pagamenti esteri

  • normativa delle collaborazioni

  • aspetti contrattuali particolari

  • comprensione dei modelli di business digitali

  • struttura fiscale per attività ibride

  • gestione di entrate variabili

E soprattutto richiede il linguaggio giusto.
Un creator non vuole sentirsi parlare come un’azienda tradizionale: vuole qualcuno che capisca come lavora e cosa gli serve davvero.

La mia consulenza per Creator e Professionisti Digitali

Se lavori online e vuoi evitare errori, pagare il giusto e organizzarti in modo semplice, offro una consulenza fiscale dedicata ai creator, in cui analizziamo:

  • se devi aprire la Partita IVA (e quando)

  • quale regime fiscale ti conviene davvero

  • come gestire le entrate da piattaforme italiane ed estere

  • cosa puoi scaricare

  • come organizzarti con scadenze e adempimenti

  • come ottimizzare legalmente la tua posizione fiscale

Una sola sessione ti permette di lavorare con più tranquillità e maggiore controllo.

Essere creator oggi è un lavoro vero, con regole vere.
Una corretta gestione fiscale non è un costo: è uno strumento per proteggere la tua attività, evitare rischi e massimizzare ciò che guadagni.

In un settore in continua evoluzione, affidarti a un commercialista che conosce il mondo digitale e le sue dinamiche fa tutta la differenza.

Copyright © Riproduzione riservata

Dottore Commercialista e Revisore Legale, con una solida formazione in Scienze Economico-Aziendali. La mia carriera si è arricchita grazie all'approfondimento di tematiche legali e fiscali, permettendomi di offrire consulenze specializzate e mirate. Appassionata di informatica e nuove tecnologie, integro strumenti digitali avanzati nella gestione contabile e finanziaria, proponendo soluzioni innovative ai miei clienti con un approccio che fonde tradizione e innovazione.
Antonella Beringheli
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