Negli ultimi anni, sempre più persone scelgono di affiancare alla propria attività lavorativa come dipendenti un’attività autonoma con partita IVA. Che sia per un progetto parallelo o per una consulenza occasionale, lavorare come dipendente e avere anche una partita IVA può rappresentare una buona soluzione per incrementare le entrate e diversificare le esperienze professionali. Tuttavia, prima di intraprendere questa strada, è importante conoscere le implicazioni fiscali e normative. In questo articolo, esamineremo tutto quello che devi sapere sulla partita IVA e il lavoro dipendente, i vantaggi e gli svantaggi, e le regole principali per gestire entrambe le attività.
È possibile avere una partita IVA e lavorare come dipendente?
La risposta è sì: in Italia è perfettamente legale essere titolari di una partita IVA e, allo stesso tempo, lavorare come dipendenti. Tuttavia, vi sono alcune regole da rispettare, in particolare per quanto riguarda il contratto di lavoro dipendente e la tipologia di attività svolta con la partita IVA. È fondamentale assicurarsi di non violare eventuali clausole di esclusività o di concorrenza previste dal proprio contratto di lavoro.
Per esempio, chi lavora come dipendente pubblico può aprire una partita IVA solo in circostanze molto specifiche e con permessi particolari, mentre chi è dipendente privato ha generalmente maggiore libertà, purché rispetti le regole dell’azienda e non svolga attività concorrenziali.
Vantaggi di avere una partita IVA per dipendenti
Lavorare come dipendente e avere anche una partita IVA può offrire vantaggi sia economici che professionali. Vediamone alcuni:
- Diversificazione delle entrate: con la partita IVA, hai la possibilità di generare entrate extra oltre allo stipendio fisso, riducendo la dipendenza da un’unica fonte di reddito.
- Crescita professionale: lavorare su progetti paralleli ti permette di sviluppare competenze nuove e ampliare il tuo network professionale.
- Deduzioni fiscali: le spese necessarie per svolgere l’attività con partita IVA (come attrezzature, materiali e costi di trasporto) possono essere dedotte fiscalmente, riducendo il carico fiscale.
Quali sono le tipologie di attività con partita IVA più adatte ai dipendenti?
Se stai pensando di aprire una partita IVA per attività autonoma come dipendente, potresti valutare attività compatibili con il tuo lavoro principale. Alcuni esempi sono:
- Consulenze: consulenze occasionali o continuative nel tuo settore di competenza.
- Lavori creativi o digitali: se hai competenze nel campo della grafica, del copywriting, della programmazione o del marketing digitale, potresti svolgere progetti paralleli come freelance.
- Formazione: molte persone scelgono di offrire corsi o lezioni in settori specifici, utilizzando la partita IVA per le attività di insegnamento o coaching.
Regime fiscale per chi ha partita IVA e lavoro dipendente
Uno degli aspetti più rilevanti è la scelta del regime fiscale per la gestione della partita IVA. Vediamo quali sono le opzioni principali.
Regime forfettario
Il regime forfettario è particolarmente indicato per chi lavora come dipendente e ha anche una partita IVA, poiché prevede una tassazione agevolata (imposta sostitutiva al 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni) e una gestione fiscale semplificata. Per poter usufruire del regime forfettario, è necessario rispettare alcuni requisiti, tra cui:
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Prenota video call- Limite di ricavi: il limite massimo di ricavi annuali per poter accedere al regime forfettario è di 85.000 euro.
- Reddito da lavoro dipendente: se hai un reddito da lavoro dipendente superiore a 30.000 euro annui, non puoi usufruire del regime forfettario, a meno che il lavoro dipendente non sia terminato durante l’anno.
Regime ordinario
Se non rientri nei requisiti del regime forfettario, puoi optare per il regime ordinario. Questo regime prevede una tassazione più complessa, con IRPEF, addizionali regionali e comunali, e un obbligo di tenuta della contabilità ordinaria. Tuttavia, consente di dedurre più tipi di spese rispetto al forfettario e può risultare conveniente per chi ha spese aziendali rilevanti.
Implicazioni fiscali: doppia contribuzione INPS?
Chi sceglie di avere una partita IVA e un lavoro dipendente deve anche considerare la gestione dei contributi previdenziali. Le situazioni possono variare in base al tipo di attività autonoma svolta e alla cassa previdenziale di riferimento.
- Dipendenti con gestione separata INPS: se svolgi un’attività senza una cassa di previdenza specifica (come la maggior parte dei freelance), dovrai versare contributi alla gestione separata INPS per l’attività con partita IVA. Questi contributi saranno aggiuntivi rispetto a quelli già versati per il lavoro dipendente.
- Dipendenti con cassa di categoria: alcuni professionisti, come architetti, ingegneri o avvocati, devono iscriversi alla propria cassa previdenziale di categoria per l’attività autonoma. Anche in questo caso, i contributi saranno aggiuntivi rispetto a quelli da lavoro dipendente.
In generale, la doppia contribuzione può comportare un costo significativo, quindi è consigliabile fare una valutazione preliminare dei costi per capire se l’attività con partita IVA sia sostenibile.
Come gestire la dichiarazione dei redditi con partita IVA e lavoro dipendente
Se hai sia redditi da lavoro dipendente che redditi da partita IVA, dovrai presentarli nella dichiarazione dei redditi annuale. In particolare:
- Certificazione Unica: per i redditi da lavoro dipendente, riceverai una Certificazione Unica dal datore di lavoro.
- Redditi da lavoro autonomo: dovrai dichiarare i ricavi e le spese legate all’attività autonoma con partita IVA e versare l’imposta dovuta.
Affidarsi a un commercialista può aiutarti a compilare correttamente la dichiarazione dei redditi, considerando entrambi i redditi e deducendo le spese ammissibili.
Rischi e svantaggi della partita IVA per dipendenti
Aprire una partita IVA da dipendente può portare vantaggi, ma ci sono anche alcuni aspetti che è bene considerare:
- Rischio di incompatibilità: se il contratto di lavoro dipendente prevede clausole di esclusività o di concorrenza, potresti incorrere in sanzioni o addirittura perdere il lavoro. È sempre importante verificare le condizioni contrattuali prima di avviare l’attività autonoma.
- Impegno aggiuntivo: gestire due attività può essere impegnativo. La partita IVA richiede una gestione contabile e fiscale che può sottrarre tempo ed energie.
- Doppia tassazione: dovrai far fronte sia alle imposte sul reddito da lavoro dipendente che a quelle relative alla partita IVA. Anche i contributi previdenziali possono rappresentare un costo aggiuntivo rilevante.
Quando conviene avere partita IVA e lavoro dipendente
Avere partita IVA e lavoro dipendente può risultare conveniente in diversi casi:
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Prenota video call- Entrate extra: se vuoi incrementare i guadagni senza lasciare il tuo lavoro dipendente, una partita IVA ti permette di svolgere progetti paralleli in modo legittimo.
- Piano di transizione: aprire una partita IVA può essere una strategia per avviare gradualmente un’attività autonoma, da intraprendere a tempo pieno in futuro.
- Opportunità professionali: se il tuo settore richiede esperienza e versatilità, come consulenze o insegnamento, una partita IVA ti permette di acquisire competenze che valorizzano anche il tuo profilo come dipendente.
Avere partita IVA e un lavoro dipendente è una scelta possibile e, in molti casi, vantaggiosa, ma richiede attenzione e una gestione accurata. È importante valutare attentamente il regime fiscale, i contributi previdenziali e le normative relative al contratto di lavoro. Per evitare complicazioni fiscali e amministrative, può essere utile affidarsi a un commercialista che ti assista nella gestione fiscale e previdenziale, aiutandoti a mantenere entrambe le attività senza problemi.
Se stai pensando di aprire una partita IVA da dipendente e vuoi assicurarti di fare i passi giusti, il supporto di un professionista esperto è essenziale per garantire il massimo beneficio fiscale e la serenità nella gestione della tua nuova attività autonoma.
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