Negli ultimi mesi si parla sempre più spesso di una possibile “rottamazione quinquies” delle cartelle esattoriali.
Come già accaduto con le precedenti edizioni, l’attenzione è alta soprattutto tra contribuenti e imprese che si trovano in difficoltà nel pagamento dei debiti fiscali.
È però importante chiarire subito un punto fondamentale:
la rottamazione può essere una soluzione utile solo in casi ben precisi.
In molte situazioni, invece, non risolve il problema di fondo.
Vediamo quando conviene davvero e quando, invece, è necessario valutare strumenti più strutturati.
Cos’è (in sintesi) la rottamazione “quinquies”
Al momento in cui scrivo non esiste ancora una disciplina definitiva sulla cosiddetta rottamazione quinquies.
Le informazioni circolate fanno riferimento, in continuità con le precedenti rottamazioni, a una possibile:
definizione agevolata delle cartelle
eliminazione di sanzioni e interessi
pagamento del solo tributo e degli oneri principali
rateizzazione più lunga rispetto al passato
Fino all’approvazione di una norma ufficiale, qualsiasi dettaglio va considerato ipotetico.
Quando la rottamazione può funzionare
La rottamazione può essere una buona soluzione se:
il debito è limitato e circoscritto
il contribuente ha entrate stabili
la difficoltà è temporanea
non ci sono altri debiti rilevanti (banche, fornitori, privati)
il piano di rate è realisticamente sostenibile nel tempo
In questi casi la definizione agevolata può consentire di:
chiudere pendenze pregresse
ripristinare una situazione di regolarità
evitare procedure esecutive
Quando la rottamazione non risolve nulla
Molto spesso, però, la rottamazione viene vista come una “via d’uscita” anche quando il problema è strutturale.
Alcuni segnali di attenzione:
debiti elevati accumulati negli anni
rate che, anche se ridotte, non sono sostenibili
presenza di più creditori oltre all’Agenzia Entrate-Riscossione
redditi instabili o in calo
precedenti rottamazioni già decadute
In queste situazioni, aderire a una nuova rottamazione può solo:
Consulenza su crisi d’impresa e sovraindebitamento
Se stai affrontando una situazione di difficoltà economica, debiti accumulati o segnali di crisi,
è importante valutare con metodo quali strumenti sono concretamente applicabili e
quali passi intraprendere per gestire o risolvere la situazione.
Studio Beringheli – Commercialisti offre consulenze in materia di
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rinviare il problema
aumentare la pressione finanziaria
portare a una nuova decadenza
Attenzione: la rottamazione non sospende la crisi
Un errore molto frequente è pensare che la rottamazione:
“sistemi tutto”
permetta di prendere tempo
sia compatibile con qualunque situazione debitoria
In realtà, se il debito fiscale è solo una parte di un indebitamento più ampio, la rottamazione non affronta la crisi nel suo complesso.
In questi casi è necessario fermarsi e chiedersi:
sto risolvendo il problema o lo sto solo rimandando?
Le alternative quando i debiti sono troppi
Quando la situazione è più complessa, esistono strumenti specifici previsti dalla normativa sulla crisi e sul sovraindebitamento, tra cui:
piani di ristrutturazione dei debiti
procedure di composizione della crisi
soluzioni che coinvolgono tutti i creditori, non solo il Fisco
percorsi che tengono conto della reale capacità di pagamento
Questi strumenti richiedono un’analisi tecnica approfondita e non sono soluzioni “automatiche”, ma spesso sono le uniche realmente sostenibili nel medio-lungo periodo.
Rottamazione o crisi? La domanda giusta non è “conviene?”
La vera domanda da porsi non è:
“Conviene aderire alla rottamazione?”
Ma piuttosto:
“La mia situazione è sostenibile anche dopo la rottamazione?”
Se la risposta è no, allora è il momento di valutare una strategia diversa.
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