Diventare un professionista autonomo nel settore della riabilitazione è una scelta che offre numerosi vantaggi in termini di libertà lavorativa e crescita professionale. Aprire partita IVA da fisioterapista è il primo passo per lavorare in proprio, offrendo servizi personalizzati ai pazienti. In questo articolo esploreremo tutti i passaggi necessari per avviare questa attività, con particolare attenzione agli aspetti fiscali, burocratici e ai costi da considerare.
Perché aprire una partita IVA come fisioterapista?
Lavorare come fisioterapista autonomo ti permette di:
- Gestire il tuo tempo e le modalità di lavoro.
- Scegliere i pazienti e le collaborazioni professionali.
- Incrementare i tuoi guadagni rispetto a un contratto subordinato.
- Aprire uno studio privato o collaborare con centri medici.
Tuttavia, per avviare questa attività è fondamentale rispettare le normative previste e organizzarsi al meglio dal punto di vista fiscale.
Requisiti per aprire partita IVA da fisioterapista
Prima di avviare un’attività autonoma, è importante assicurarti di possedere i requisiti necessari. Ecco i principali:
1. Laurea in fisioterapia
Per esercitare come fisioterapista, è obbligatorio possedere una laurea triennale in Fisioterapia o un titolo equivalente riconosciuto dal Ministero della Salute.
2. Iscrizione all’albo professionale
Devi essere iscritto all’Ordine dei Fisioterapisti, istituito per garantire la regolarità dell’esercizio professionale. L’iscrizione è obbligatoria per tutti i fisioterapisti che lavorano in Italia.
3. Eventuale apertura di uno studio
Se intendi aprire uno studio privato, sarà necessario rispettare i requisiti igienico-sanitari previsti dalla normativa locale. Per questo, potresti aver bisogno di un’autorizzazione rilasciata dall’ASL competente.

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Passaggi per aprire la partita IVA da fisioterapista
Ecco tutti i passaggi da seguire per aprire una partita IVA come fisioterapista:
1. Scegliere il codice ATECO corretto
Il codice ATECO identifica l’attività economica svolta. Per i fisioterapisti, il codice più utilizzato è il 86.90.21, che corrisponde a “Servizi di fisioterapia”.
2. Definire il regime fiscale
La scelta del regime fiscale è cruciale per gestire al meglio le imposte e ottimizzare i costi. Le opzioni principali sono:
- Regime forfettario: ideale per chi ha un fatturato annuo inferiore a 85.000 euro. Prevede un’imposta sostitutiva del 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni, se rispetti i requisiti).
- Regime ordinario: adatto a chi ha costi elevati o un reddito superiore al limite del regime forfettario.
3. Registrazione presso l’Agenzia delle Entrate
Per aprire la partita IVA, dovrai compilare il modello AA9/12 e presentarlo all’Agenzia delle Entrate. Puoi farlo online o tramite un commercialista.
4. Iscrizione alla Gestione Separata INPS
Come libero professionista, dovrai iscriverti alla Gestione Separata INPS e versare i contributi previdenziali. L’aliquota attuale è del 26,23% del reddito netto.
5. Stipulare un’assicurazione professionale
L’assicurazione professionale è obbligatoria per tutti i fisioterapisti e ti protegge da eventuali richieste di risarcimento da parte dei pazienti.
Costi per aprire e gestire la partita IVA da fisioterapista
L’apertura della partita IVA è gratuita, ma ci sono altri costi da considerare, tra cui:

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1. Contributi previdenziali
Dovrai versare i contributi alla Gestione Separata INPS, che incidono sul reddito netto con un’aliquota del 26,23%.
2. Consulenza del commercialista
Un commercialista ti aiuterà a gestire la contabilità e le dichiarazioni fiscali. I costi variano da 300 a 1.000 euro all’anno, a seconda del livello di assistenza richiesto.
3. Assicurazione professionale
Il costo dell’assicurazione obbligatoria parte da circa 200 euro all’anno e varia in base alla copertura scelta.
4. Spese per lo studio
Se decidi di aprire uno studio privato, dovrai considerare i costi per l’affitto, l’arredamento e le attrezzature mediche. Questi costi possono variare sensibilmente in base alla località e alle dimensioni dello studio.
Vantaggi del regime forfettario per fisioterapisti
Il regime forfettario è spesso la scelta migliore per chi inizia l’attività da fisioterapista. Ecco i principali vantaggi:
- Imposta sostitutiva agevolata: aliquota al 15% o al 5% per i primi cinque anni.
- Esenzione IVA: non dovrai addebitare l’IVA ai clienti, semplificando la gestione delle fatture.
- Adempimenti ridotti: meno obblighi burocratici rispetto al regime ordinario.
Consigli per avviare con successo la tua attività
1. Pianifica il tuo business plan
Valuta i costi iniziali, il target di clienti e i servizi che intendi offrire. Un buon business plan è fondamentale per partire con il piede giusto.
2. Investi in formazione continua
Il settore della fisioterapia è in costante evoluzione. Partecipa a corsi di aggiornamento per acquisire nuove competenze e offrire un servizio di qualità.

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3. Promuovi la tua attività
Utilizza i social media, un sito web professionale e il passaparola per attrarre nuovi clienti. La visibilità online è essenziale per il successo.
4. Collabora con altri professionisti
Considera la possibilità di collaborare con medici, centri sportivi o altre figure sanitarie per ampliare la tua rete e acquisire più clienti.
Aprire una partita IVA da fisioterapista è un passo importante per chi desidera lavorare in autonomia e crescere professionalmente. Sebbene i costi e gli adempimenti iniziali possano sembrare impegnativi, i vantaggi in termini di libertà lavorativa e opportunità di guadagno sono significativi. Pianifica con attenzione ogni dettaglio e affidati a professionisti, come un commercialista, per gestire al meglio la tua attività.
Per ulteriori informazioni, puoi consultare il sito dell’Agenzia delle Entrate o dell’Ordine dei Fisioterapisti.
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