Partita IVA per professionisti: tutto quello che devi sapere

Se sei un professionista che desidera lavorare in modo autonomo, uno degli elementi fondamentali di cui avrai bisogno è la Partita IVA. Questo strumento fiscale è indispensabile per poter emettere fatture, gestire i tuoi guadagni e operare nel rispetto delle normative fiscali italiane.

In questo articolo, esploreremo in modo dettagliato cos’è la Partita IVA, quali sono i passaggi per aprirla, le differenze tra regime forfettario e ordinario e le responsabilità legate alla gestione fiscale. Forniremo anche consigli utili per evitare errori comuni, garantendo una guida completa per i professionisti che intendono avviare o gestire la propria attività.

 

Cos’è la Partita IVA e chi deve aprirla

La Partita IVA è un codice alfanumerico che identifica un lavoratore autonomo o un’impresa ai fini fiscali. In Italia, la Partita IVA è obbligatoria per tutti i professionisti che intendono offrire servizi o vendere beni in maniera continuativa, superando una certa soglia di guadagno. Se pensi di lavorare in modo autonomo e di avere un fatturato annuo superiore a 5.000 euro, dovrai aprire una Partita IVA.

 

Differenza tra lavoratore autonomo e dipendente

È importante distinguere tra il lavoratore autonomo e quello dipendente. Il professionista con Partita IVA è autonomo e non ha un rapporto di subordinazione con i propri clienti. Può gestire in totale libertà i tempi, i metodi e i mezzi di lavoro, ma ha anche la responsabilità di adempiere autonomamente agli obblighi fiscali e contributivi.

Il lavoratore dipendente, invece, ha un datore di lavoro che si occupa di queste incombenze e riceve un compenso fisso e regolare.

 

Come aprire la Partita IVA

Aprire una Partita IVA è un processo abbastanza semplice e può essere fatto in autonomia o con l’aiuto di un commercialista. Di seguito, i principali passaggi:

  1. Scelta del codice ATECO: il primo passo consiste nell’identificare il codice ATECO, che descrive l’attività professionale che intendi svolgere. Questo codice è fondamentale perché determina il tipo di regime fiscale applicabile.
  2. Presentazione della domanda: la domanda per l’apertura della Partita IVA può essere presentata direttamente all’Agenzia delle Entrate dal professionista. In alternativa, puoi rivolgerti a un commercialista o a un intermediario fiscale che farà il tutto per te.
  3. Scelta del regime fiscale: quando apri la Partita IVA, dovrai scegliere il regime fiscale più adatto alla tua situazione. Le principali opzioni sono il regime forfettario e il regime ordinario.
  4. Iscrizione alla gestione separata INPS: come professionista autonomo, dovrai iscriverti alla gestione separata INPS per versare i contributi previdenziali. L’aliquota attualmente è del 25,72% sui redditi imponibili.

Documenti necessari

Per aprire la Partita IVA, ti saranno richiesti i seguenti documenti:

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  • Carta d’identità e codice fiscale
  • Descrizione dettagliata dell’attività che intendi svolgere
  • Codice ATECO dell’attività

 

Regime forfettario e regime ordinario: quale scegliere?

Una delle decisioni più importanti che dovrai prendere riguarda la scelta del regime fiscale. Vediamo le caratteristiche dei due regimi principali.

 

Regime forfettario

Il regime forfettario è una scelta molto comune per i professionisti che hanno un fatturato annuo inferiore a 85.000 euro. Questo regime offre una tassazione semplificata e una gestione burocratica meno onerosa.

Tra i vantaggi del regime forfettario ci sono:

  • Aliquota agevolata: è prevista una tassazione del 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività.
  • Nessun obbligo di IVA: non è necessario applicare l’IVA sulle fatture emesse.
  • Semplificazione contabile: non è necessario tenere una contabilità dettagliata come nel regime ordinario.

Tuttavia, ci sono anche alcuni svantaggi. Ad esempio, nel regime forfettario non è possibile dedurre tutte le spese sostenute, poiché le spese deducibili sono calcolate in base a una percentuale fissa che varia a seconda dell’attività.

 

Regime ordinario

Il regime ordinario è più complesso e adatto ai professionisti con un fatturato superiore a 85.000 euro o che hanno molte spese deducibili. A differenza del forfettario, qui le spese possono essere dedotte integralmente, ma la gestione fiscale è più complessa.

Le principali caratteristiche del regime ordinario sono:

  • IVA: il professionista deve applicare l’IVA (22% nella maggior parte dei casi) sulle fatture emesse.
  • Imposte progressive: le imposte sono calcolate in base agli scaglioni di reddito e possono arrivare fino al 43%.
  • Obblighi contabili: è necessario tenere una contabilità dettagliata e presentare dichiarazioni fiscali più articolate.

La scelta del regime fiscale dipende quindi da diversi fattori, tra cui il volume d’affari, le spese sostenute e la necessità di una contabilità semplificata o dettagliata.

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Obblighi fiscali e contributivi

Una volta aperta la Partita IVA, il professionista ha diversi obblighi fiscali e contributivi da rispettare.

 

Fatturazione

Uno degli obblighi principali riguarda l’emissione delle fatture. Ogni prestazione o servizio offerto dal professionista deve essere accompagnato da una fattura che documenti l’importo del compenso, l’eventuale IVA (se non si è in regime forfettario) e le altre informazioni necessarie come data, numero progressivo e dati del cliente.

 

Versamento dell’IVA

Nel regime ordinario, il professionista deve versare l’IVA incassata dai clienti all’Agenzia delle Entrate. Questi versamenti avvengono con cadenza trimestrale o mensile, a seconda del volume d’affari.

 

Dichiarazione dei redditi

Ogni anno, i professionisti con Partita IVA devono presentare la dichiarazione dei redditi per dichiarare i compensi percepiti. In base al regime fiscale scelto, questa dichiarazione sarà più o meno complessa. I redditi sono soggetti a imposte IRPEF e addizionali regionali e comunali.

 

Contributi previdenziali

I professionisti devono versare i contributi previdenziali all’INPS. Questo può avvenire tramite la gestione separata o, in alcuni casi (ad esempio per avvocati o architetti), tramite casse previdenziali specifiche per ogni categoria professionale.

 

Errori comuni da evitare nella gestione della Partita IVA

Gestire una Partita IVA richiede attenzione e competenza. Ecco alcuni errori comuni che i professionisti dovrebbero evitare:

  • Non tenere traccia delle spese: anche nel regime forfettario, alcune spese devono essere indicate nella dichiarazione dei redditi. È importante conservare sempre le ricevute e i documenti contabili.
  • Non considerare le scadenze fiscali: mancati pagamenti o ritardi possono portare a sanzioni e interessi. Utilizzare un calendario fiscale per non dimenticare le scadenze è fondamentale.
  • Non chiedere aiuto professionale: se non si ha dimestichezza con la contabilità e la fiscalità, è consigliabile rivolgersi a un commercialista esperto.

Aprire una Partita IVA è un passo importante per chi vuole intraprendere la strada del lavoro autonomo. Anche se può sembrare complesso all’inizio, seguendo i giusti passaggi e con una corretta gestione fiscale, i professionisti possono operare con successo e in regola con le normative.

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Scegliere il giusto regime fiscale, rispettare gli obblighi contributivi e affidarsi a un consulente può fare la differenza tra una gestione efficiente e una carica di complicazioni. La Partita IVA offre libertà e flessibilità, ma è essenziale essere informati per evitare errori e lavorare al meglio.

 

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